Una ex quarantenne, in giro per la rete con occhi curiosi e cuore aperto, sempre pronta ad ogni novità.
Uno spiraglio nella mia vita, nella mia straordinaria ordinarietà. La storia continua.

martedì 3 novembre 2009

Beata te, pensa a chi un lavoro non ce l'ha!

Lo sento dire in continuazione dai miei capi. Sinceramente sarei quasi stufa. Ne ho davvero abbastanza.


Settimana scorsa ho partecipato a un'assemblea sindacale, erano anni che non partecipavo. E il quadro che ci hanno illustrato è molto complicato e difficile. Gli enti come il nostro sono quasi tutti al collasso. Non ci sono soldi, i finanziamenti non riescono a coprire che un piccolo pezzo delle ingenti spese che questa enorme macchina deve sostenere. Nessuno vuole fare a meno dei privilegi dei quali ha fin'ora goduto e quindi ci rimettono per forza i servizi al pubblico. In più metteteci la meritocrazia che in questi ambienti è pressoché assente, e che sei fortunato se riesci a collaborare con qualcuno che è in grado di mettere insieme un ragionamento semplice. Insomma, la situazione è bruttabruttabrutta.


Queste ragioni non mi convincono più. Anche se conosco tante persone che hanno problemi con il lavoro, questo è vero e sacrosanto, e per loro tutto il mio rispetto. Ma non puoi nascondere la tua incompetenza dietro a una frase di questo genere. In questo modo si offendono tutti quei lavoratori che davvero un lavoro non ce l'hanno più. Sei il capo? Fallo. Se non sei in grado lascia il tuo posto a qualcuno che lo sa fare. Queste persone meritano dignità e rispetto. Non si può fare demagogia di bassa leva per giustificare la tua incompetenza.


Scusate lo sfogo ma quando ce vò ce vò.

4 commenti:

  1. Tutta la mia solidarieta'!

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  2. come ti capisco
    anche qui la situazione la dipingono bruttabruttabrutta, foscafoscafosca, ma poi continuano a pagare i dirigenti con stipendi annui a 3 cifre, 3 cifre, mentre mettono in mezzo alla strada i più deboli dei lavoratori (stagionali e contratti a termine).
    E poi questi supermega dirigenti non fanno nulla  che giustifichi il loro stipendio.

    Quando mi lamento con Coso della situazione che c'è qui, lui mi rimprovera perché dovrei essere contenta e ringraziare perchè un lavoro ce l'ho.
    Non si rende conto che se uno si lamenta è perché magari c'è gente che non ti permette di fare al meglio il tuo lavoro... senza considerare che chi ci rimette è sempre il pubblico.

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  3. nu' glie dà retta a chi non sa come esprimere sensibilità che non può comprare...

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  4. @qwe: quanto è vero ciò che dici......Mbciù!!!

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