Una ex quarantenne, in giro per la rete con occhi curiosi e cuore aperto, sempre pronta ad ogni novità.
Uno spiraglio nella mia vita, nella mia straordinaria ordinarietà. La storia continua.

mercoledì 20 luglio 2016

I medici del futuro

Eccomi ancora qui sopravvissuta al fine settimana e a metà strada per le ferie.
Inutile dire che sono stanchissima e che arriverò distrutta.
In questi giorni sono stata coinvolta nel team per la gestione delle prove di ingresso alle Scuola di specializzazione di Medicina.
Davanti a me ci sono un gruppo di ragazzi, tutti laureati in Medicina, tutti ventisettenni, tutti aspiranti specialisti. Sono ragazzi e ragazze semplici, dalla faccia pulita, che non dimostrano la loro età. Sembrano tutti molto, tanto più giovani. Tante speranze tante aspirazioni. Non riesco più a determinare l'età della gente, davvero non lo so più. Ci sono dei miei coetanei (per chi non se lo ricordasse quest'anno sono 50!) che dimostrano 10 e passa più anni di me e altri  he ne di.osttano altrettanti meno. Io nel dubbio sto sempre sul generico,dato che sono una nota graffiata!!!
Alla loro età io già lavoravo da 6 anni e stavo per iniziare a gestibile vita da sola. Non mi ricordo molto di quell'età, mi ricordo che avevo già comprato la casa con il marito allora fidanzato  e si stava ristrutturando. Insomma la mia vita era tutto un cantiere.
Posso solo augurargli il meglio e naturalmente il Bocca al lupo!!!

venerdì 15 luglio 2016

Ricomincio da qui

Ricomincio da qui, da ciò che sento, da ciò che provo. Ricomincio a scrivere, devo farlo, mi è necessario, devo tirare fuori ciò che ho dentro.
Oggi, 15 luglio. Un venerdì che prelude a un piacevole fine settimana al mare, il primo vero mare della stagione.
Il tempo è un po' la cartina di tornasole di come mi sento oggi, nuvolo, ventoso. Di un vento dispettoso e molesto.
Ero in ufficio, stavo timbrando l'enorme mole di diplomi che devo finire di timbrare prima di andare in ferie e un rumore forte e sordo mi fa sobbalzare. Il vento ha fatto chiudere la porta d'ingresso generale dello stabile dove si trova attualmente il mio ufficio.

Stamattina ho avuto il presentimento che fosse accaduto qualcosa di grave, ma in maniera molto soft, alla radio non hanno detto molto chiaramente cos'è accaduto nella notte, hanno parlato molto genericamente di un fatto molto grave accaduto in Francia, un attentato a Nizza.
E uno si immagina il commandos, i fucili, gli esplosivi, gli ostaggi..... niente di tutto questo. A questo eravamo tutti preparati psicologicamente, ormai i giornali ce lo paventano ogni giorno, ogni momento.

Stavolta è stato diverso. E' stato colpito il cuore delle persone, momenti felici e spensierati, una passeggiata sul lungomare, la festa nazionale appena trascorsa, i fuochi artificiali per festeggiare quella liberté, che associata all'égalitè e alla fraternitè descrive il cuore di una Nazione.  La storia siamo tutti noi, ci rappresenta. Ognuno la sua, ognuno il suo cammino, guardare il passato per rendere migliore il futuro, per non dimenticare gli errori e ripeterli all'infinito, come la storia stessa ci insegna. Famiglie, bambini, madri, padri, fratelli, nonni. tutti insieme per condividere un momento di pura bellezza. Spezzato a metà, da quel Tir che non ha rispettato la gioia e la felicità delle persone.
Di quei bambini che volevano vivere un momento magico, rapiti col naso all'insù a godersi la meraviglia dei giochi pirotecnici, che sembrano magici, polvere di stella dorata che risplende nel cielo.
La me francese avrebbe potuto essere là. Una vita normale, una famiglia normale, che alla fine della giornata di festa va a vedere uno spettacolo, nella più normale e naturale delle giornate. Come tante altre volte la me francese ha già probabilmente fatto. Con amici, figli, i figli degli amici, vicini di casa, colleghi di ufficio. 

Proprio non riesco a comprendere e a venire a capo di questo, non ce la faccio. Sui social network dicono che alla fine pregare non serve. E secondo me si dovrebbe ripartire proprio da qui. Pregare insieme per non cedere all'angoscia e alla paura, pregare tutto per tutti, insieme, tutti noi, tutti diversi, tutti uniti contro la paura e il terrore. Gente di tutti i credo, di tutte le confessioni, religiosi e laici.
Qualcuno ha detto che abbiamo fatto moltissime scoperte scientifiche ma ancora non abbiamo scoperto come fare a vivere in pace e armonia, credo sia stato Martin Luther King, posso sbagliarmi, ma è vero. Sacrosanto. Parole dette da qualcuno che è stato ucciso da qualcun altro.

E, dato che la mia grande passione è la musica e il canto, le parole sono venute fuori da sole, quasi senza accorgermene mi sono ritrovata a cantarle. E più le canto più il dolore esce allo scoperto. E' la canzone che chiude uno degli album più belli e intensi di una grande band irlandese. War. Un album che li porta all'attenzione di tutto il mondo come band emergente. Un album che contiene canzoni epiche come Sunday Bloody Sunday, Bad - che ho sentito dal vivo, proprio vicino al palco a Milano eoni fa, dove ho visto un  Bono  sconvolto dopo averla cantata per la grande emozione uscire dal palco e rientrare subito dopo - , New Year's Day e in ultimo, lei, 40.
E' tratta da un brano dell'omonimo Salmo della Bibbia. Un pezzo spirituale che chiude un album con canzoni e testi decisamente politici. E' una mia interpretazione, presa dal testo della canzone e dal testo del Salmo. Il salmo è uno importante, pare sia stato scritto da Re David, è un inno di ringraziamento a Dio.

40
Ho sperato e aspettato pazientemente il Signore
Si è chinato ed ha ascoltato il mio grido
Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose
Ha messo i miei piedi sulla roccia
Ha reso sicuri i miei passi
Molti vedranno e udiranno
Ha messo sulle mie labbra un canto nuovo
Quanto tempo per cantare questo canto?


E allora ho iniziato a pensare, quante volte dovremo ascoltare queste cose, per quanto tempo ancora dovremo sentire, vedere queste cose. Quante volte dovremo cantare questa canzone? Detto nel senso delle parole prese da Sunday Bloody Sunday. Sono stanca, siamo tutti stanchi di dolore, distruzione e morte.. Nel mio piccolo non dimenticherò canterò questa canzone quanto più possibile.

venerdì 26 febbraio 2016

Nuova vita, ho raggiunto i 50!

Ebbene si, è arrivato come un lampo, velocissimo e repentino, il mio cinquantesimo compleanno.
Cinquanta, eppure sono proprio cinquanta. Un 5 e uno 0 abbinati. E non me li sento proprio addosso.
Per questa occasione ho deciso di dare una festa e invitare tutti gli amici che mi hanno accompagnato negli ultimi anni.
Avevo bisogno di avere una serata da ricordare, qualcosa di bello da contrapporre al compleanno tragico e terribile dei miei 40 anni.
E mi sa che ci sono riuscita.

La festa è stata fatta il sabato dopo il mio compleanno nei locali della Pieve di Giogoli. Il posto che più di tutti considero casa, dopo casa mia naturalmente. E naturalmente c'erano tanti tantissimi amici, gli amici di sempre, gli amici dell'associazione, gli amici di Giogoli, gli amici del coro, gli amici della Franci, gli amici di Andrea. Insomma, ognuno di loro ha rappresentato un momento importante della mia vita, mi sembrava logico che ci fossero tutti!

Purtroppo quando si organizzano queste cose non sempre si riesce a sapere esattamente quante persone arriveranno, e sempre viene la paura che abbiano tutti di meglio da fare e che non venga nessuno! In questo caso però tutto è andato benissimo, eravamo un'ottantina di persone, tutti hanno chiacchierato con tutti, nessuno è rimasto solo in un angolo, nessuno si è annoiato.

Verso la fine abbiamo portato la torta, un grande millefoglie fatto a forma di 50. Tanto per ribadire cosa si stava festeggiando. La cosa più bella è stato vedere tanta gente felice, soprattutto aver regalato a tutti una serata bella, allegra, divertente e spensierata.