Ieri sera sono andata con mio marito in magazzino, che è situato nel sotto il suo vecchio ufficio. Là sotto c'era il mondo magico dei miei figli, là sotto hanno imparato ad andare in bicicletta, stavano con il nonno, hanno trascorso interi pomeriggi a "lavorare", mio suocero gli dava un pezzo di legno, una scatola di viti e un cacciavite, e loro passavano ore a cercare di avvitarle.
E' vero che tutto passa, tutto si trasforma, ma questa trasformazione per me non è facile. Sono ancora molto legata ai vecchi luoghi, ogni angolo, ogni singolo pezzetto di muro ha un significato. 20 anni non si possono cancellare in un secondo. Soprassediamo sulle ragioni che hanno portato a questo distacco doloroso con i luoghi lavorativi, il fatto è che da un momento all'altro ci è cambiata radicalmente la vita. Nuovi luoghi, nuove prospettive, nuovi obiettivi. E il vecchio? Il vecchio è là, in attesa, come fuori dal tempo. Affidato a persone che non ne sanno apprezzare i colori, gli odori, i significati. Si, perché ogni angolo di quel luogo ha un significato.
E poi all'improvviso mi marito mi scuote dai pensieri già cupi, e mi mostra, con uno sguardo attonito e addolorato, lo scempio.
La piccola officina meccanica è stata letteralmente smantellata, smontata in maniera sommaria, pezzetto per pezzetto, e accumulata fuori, nel piazzale. Un mucchio di pezzi di metallo informi, senza più senso, senza più ragione. Dove c'erano attrezzature il niente, e le attrezzature, ormai senza più uno scopo, senza più un possibile utilizzo.
Tutto questo mi ha fatto capire che ci sono persone che non hanno il senso del valore delle cose. E un'altra cosa, non dobbiamo dare troppo valore alle cose perchè queste prima o poi ci verranno tolte, e non avrà più senso niente. Però vedere tutte quelle cose là fuori, pronte per il macero, mi ha fatto davvero male
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