In fondo alla mia strada c'è l'argine del Bisenzio, nel punto in cui la strada continua verso la "pseudo-circonvallazione", c'è un'aiuola naturale, e in questa aiuola c'è un salice molto grande.
Oltretutto nel mio paese hanno iniziato a levare i cassonetti, proprio davanti al salice ce n'erano tre più la campana per il multi-materiale, creando sporco e cattivo odore.
Senza i cassonetti davvero è tutta un'altra cosa, e adesso i bambini possono andare a giocare là sotto, è come una capanna, quest'estate li ho visti, si divertivano un mondo!
Per me è un'istituzione, il salice in fondo alla strada. E anche Cane ama quel posto, quando lo porto fuori per la passeggiatina serale non manca una visitina con ricordino al salice.
L'altro giorno ho visto delle transenne, non ci ho pensato molto su, ma quando sono tornata ho trovato lo scempio: avevano potato il salice.
Adesso è come un cavaliere senza armatura, mi è venuta in mente la storia di Sansone, la cui forza stava nella sua chioma, e quando, a tradimento, gli è stata tagliata ha perso tutta la sua energia. Mi fa un'enorme tristezza, è come se mancasse qualcosa, qualcosa di importante nel paesaggio, un grande vuoto.
Anche Cane ha guardato con sospetto questo strano albero, non lo riconosceva più. Spero che la prossima primavera i rami e le foglie siano ricresciuti, e torni ad essere il bellissimo albero che la mattina quando parto per andare in ufficio mi saluta. Per ora posso solo dire, buon riposo caro salice, ci rivedremo ad aprile, insieme alle rondini!
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